lunedì 16 novembre 2009

San Marco Fratres - Pieve San Paolo 1:2

Apro il post relativo alla partita di sabato con la Pieve San Paolo.

Il 21 non giochiamo ma vediamo di allenarci tutti.

Ciao ciao!

Enrico

2 commenti:

Sampei ha detto...

Sono felice di una cosa...

...ho trovato un mio degno sostituto nel ruolo di sventolatore di lenzuoli a quadri gialli e arancioni...

...grande Tizi!!! ;-)

superpiton ha detto...

Beh, dimentichi le mie performance da sbandieratore... mi ero mosso con sicurezza per due partite, mi dispiace che tu non mi citi come aspirante vice Cocca...

le pagelle di sabato?

dal campo fatico a leggere con lucidità la partita. E' una soggettiva troppo schiacciata che dal mezzo del campo-in alcuni momenti anche dal mezzo molto avanzato-perde molti elementi, primi tra tutti il pacchetto difensivo.

In quei venti minuti fuori, dalla sostituzione in poi, vista dalla panchina, quello che mi ha colpito in negativo è stata la grande distanza tra i reparti, in particolare tra centrocampo e attacco. Il vecchio problema di inizio campionato insomma. E' difficile costruire trame ma anche prevenire gli attacchi avversari. La distanza ci ha reso più vulnerabili ed esposti agli attacchi e ai contropiedi avversari, che potevano portare ad un passivo decisamente più pesante.

Di buono ho visto il carattere, i recuperi difensivi allo spasmo, alcuni buoni spunti e giocate di squadra e, comunque, a parte il black out di quei fatidici cinque minuti, buone cose ce ne sono state anche sabato. Alcuni fraseggi, gli uno contro uno tentati (e vinti) sopratutto dalla tre quarti in su, la buona prova della difesa pur in emergenza e la capacità di sorreggerci nonostante le sbavature e gli errori commesssi. L'anno scorso non oso pensare cosa sarebbe successo...

Non credo che il modulo abbia in sè poteri taumaturgici e risolva tutto quanto, però dovremo essere bravi a scegliere se tenere la boa alta o bassa a seconda anche dell'avversario, del campo e di chi è a disposizione... ma sopratutto iniziare ad imporre il nostro gioco, senza tutte le volte fare da specchio agli avversari (se son bravi si gioca bene, se non lo sono anche noi caliamo). Ci vuole testa e personalità. Ma sopratutto le gambe, per dare spazio e tempi giusti per realizzare le nostre idee.
Quindi direi di ripartire dalle cose buone, senza dimenticare gli errori. E alleniamoci, sì...